L’avventura della pastorale familiare

Primo incontro del laboratorio di Pastorale Familiare

Paestum, 21 Agosto

Mario Oscar Llanos, Loredana Simeone, Ruggiero Diella affrontano in questo laboratorio il tema della Pastorale Familiare (PF). Quando parliamo di PF dobbiamo pensare ad un servizio del Regno di Dio che si concretizza attraverso la famiglia. La PF è l’arte di accompagnare coppie e famiglie che si realizza grazie alla cooperazione tra religiosi e laici. Le due componenti si impegnano trovandosi uniti nell’ambito della Chiesa così come recita il Direttorio di Pastorale Familiare. Il grande punto di svolta è: la famiglia da oggetto a soggetto di pastorale.

I vescovi italiani affermano che la PF è il cardine delle pastorali parrocchiali. In ogni parrocchia la domanda di fondo dovrebbe essere: le azioni pastorali che mettiamo quali ricadute avranno sulla famiglia? Una prima risposta potrebbe essere formulata in questi termini: un gruppo famiglie impegnato in un percorso di PF è un luogo di crescita, una scuola di  fermento per la Chiesa e la Città. Perché questo funzioni è necessario trovare delle condizioni e un metodo.

A partire da queste premesse, uno degli scopi del laboratorio è offrire ai partecipanti dei criteri generali per fare PF nei propri contesti ecclesiastici.  La prima indicazione che i relatori danno è la seguente: la PF è un percorso graduale e contestualizzato.  Non tutto va bene per tutti. E’ necessario fare una lettura della realtà, accompagnando passo dopo passo il percorso di crescita.

Un gruppo famiglia di PF non è mosso da una volontà aggregativa. Al contrario, dovrebbe nascere sulla base di un progetto. Non è un gruppo di auto-aiuto o terapeutico, al contrario, riflette la consapevolezza del dono del matrimonio e dei compiti del matrimonio cristiano. All’interno di un gruppo famiglie deve esserci la presenza di un sacerdote.

Esistono varie tipologie di gruppi: gruppo piccolo, coppie, coniugi senza partner, presenza di persone non sposate e sole, gruppo omogeneo. In base alla lettura della realtà, la coppia animatrice deve fare un esame delle proprie capacità, e decidere dove orientare il progetto.

Un gruppo ha un ciclo vitale: nascita, appartenenza, missione, inserimento. Il gruppo è come un bambino bisognoso di aiuto, che ha bisogno di stimoli e cure per crescere. Il gruppo famiglie affinché nasca deve essere primo accolto, passando così dalla dispersione all’aggregazione. Ma l’aggregazione non costruisce il senso del NOI. Si sviluppano vincoli interpersonali attraverso il dialogo, l’interazione, l’apertura reciproca.

Qui il video di apertura del laboratorio

Materiali del primo incontro [Download]