Essere genitori “è una cosa veramente grossa”!

Il terzo incontro del progetto “2015: i genitori disapprovano, i figli postano” si apre con il benvenuto del presidente dell’Associazione Cerchi d’Onda, Prof. Mario Oscar Llanos, che rinnova il sostegno per chi sente il peso del compito educativo e ringrazia la scuola, sede degli incontri.

Ad introdurre l’argomento, la gestione efficace delle proprie emozioni, che farà da filo conduttore durante tutto l’incontro, una scena tratta dal film “Genio ribelle”.

Nella scena mostrata, infatti, avviene uno scontro tra il protagonista, interpretato da Matt Damon, e il suo terapista, Robin Williams, che ricalca un tipico conflitto che avviene tra genitori e figli.

L’analogia della situazione non sfugge agli occhi attenti dei numerosi genitori intervenuti, disposti in semicerchio nella palestra dell’istituto Giorgio Ambrosoli.

 

Il tono di sfida è lo stesso che vedo ogni giorno nei miei figli” interviene una madre.

Sono d’accordo” – afferma un’altra – “Ci attaccano per paura che noi possiamo scoprire le loro debolezze” .

 

Spesso ragazzi e genitori si esprimono con due linguaggi diversi creando incomprensioni e conflitti. “I ragazzi utilizzano un livello di comunicazione prettamente emotivo, i genitori un livello razionale. Per comprendersi, quindi, bisognerebbe essere più empatici” spiega Altomonte.

 

Ancora una volta si riflette su una scena conflittuale, e i genitori sembrano sempre più impazienti di venire a conoscenza dei preziosi strumenti necessari per affrontarle ogni giorno nella loro vita familiare.

 

La Dott.ssa Iaccarino fa, così, un breve riepilogo di quanto detto negli incontri precedenti, utile per riprendere le fila del discorso e prepararci all’ultimo incontro che si terrà venerdì 20 marzo.

 

Il conflitto nell’adolescenza è quel momento cruciale che permette al ragazzo di rompere la simbiosi che fino ai 9-10 anni c’era stata con i genitori e a definire così la propria identità.

“Dobbiamo stare nel conflitto e definire il confine oltre il quale non vogliamo che nostro figlio si spinga” prosegue Iaccarino.

La soluzione al conflitto è la negoziazione: bisogna diventare argini, ostacoli evolutivi utili alla crescita.22437205-Superhero-kid-wearing-boxing-gloves-against-blue-sky--Stock-Photo

Ma quali sono i passi da compiere per arrivare alla negoziazione?

Prima di tutto è necessario riconoscere la fatica: non trascurare di avere degli spazi di recupero di energie psichiche e fisiche. È faticoso essere genitori di ragazzi adolescenti: ogni giorno ci si ritrova a fare i conti con il senso di impotenza.

Un altro passo da compiere è imparare a tollerare l’attesa, determinata da fasi di stallo evolutive, con la consapevolezza che in adolescenza tutto può essere transitorio.

L’obiettivo dell’educazione, sottolineano gli psicologi e psicoterapeuti, non è trasmettere continuamente insegnamenti ma facilitarli. Facilitare l’apprendimento vuol dire che le cose non devono arrivare per forza secondo i nostri dettami.

Nella relazione con i propri figli è poi fondamentale non dimenticare l’equilibrio nella carica emotiva: troppa può essere inefficace o trasmettere ansia.

 

Si propone poi ai genitori di soffermarsi su due aspetti.

Il primo prevede di identificare la propria reazione nella gestione del conflitto tra due possibili:

a) “Non cerco la soluzione a tutti i costi” (il conflitto esiste perché c’è qualcosa di nascosto, di non chiaro);

b) “Mi prendo il mio tempo e gestisco le emozioni” (mi ascolto e riconosco cosa mi appartiene).

Il secondo aspetto che richiede particolare attenzione è l’aspettativa che si ha come genitori sul futuro dei propri figli.

Dalle risposte dei genitori alla domanda “Noi cosa vogliamo dai nostri figli? Che adulti vogliamo che loro diventino?” viene fuori che i desideri nei riguardi dei propri figli ruotano intorno a due parole chiave: autonomia e responsabilità.

Focalizzarsi su questo aspetto appare particolarmente rilevante: io genitore, infatti, sapendo qual è il progetto che ho per mio figlio posso affrontare meglio il conflitto con lui.

 

A questa fase segue un momento riservato alla riflessione personale in cui ognuno, sul proprio quaderno, scrive poche righe seguendo la traccia: “Caro figlio nei momenti di incomprensione tra noi, desidero…”.

 

Prima di concludere l’incontro Iaccarino e Altomonte forniscono ai genitori altri due consigli pratici che possono agevolare la gestione delle situazioni conflittuali con i propri figli.

Il primo fa riferimento ad un particolare tipo di comunicazione, detta rappresentativa che, se utilizzata, può letteralmente lasciare spiazzati i propri figli che non si aspettano una reazione del genere da parte del genitore. Questa comunicazione consiste nel verbalizzare i propri stati d’animo di fronte ad una particolare situazione esprimendosi in termini di “io voglio”, “io temo”, “io spero”.

Il secondo fa riferimento alla coerenza che un genitore deve assolutamente dimostrare in tutti i suoi comportamenti. “Se noi riusciamo ad essere coerenti ci sarà un modellamento” spiega Altomonte.

L’incontro si conclude con la canzone di Alessandro Mannarino “Vivere la Vita”, un inno alla vita recitato da un bambino, che invita a superare i momenti di sconforto così tipici nella nostra esistenza soprattutto quando si ha la consapevolezza di vivere il ruolo più difficile al mondo: quello di genitore.

Parafrasando Mannarino si potrebbe dire che essere genitori “è una cosa veramente grossa”.

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