Progetto “Cultura oggi per un domani migliore”

Nel 2015 l’Associazione Cerchi d’Onda ha portato avanti la collaborazione con Don Giampiero De Nardi, Salesiano di Don Bosco e missionario in Guatemala con un progetto dedicato all’istruzione. Il progetto “Cultura oggi per un domani migliore” si svolge nella zona limitrofa alla città di San Benito, municipio della regione di Petén.

CONTESTO DI RIFERIMENTO

La regione in cui opera la missione è rimasta per anni abbandonata, la maggior parte della regione è priva di strade di comunicazione praticabili, priva di luce e, per conseguenza, di scuole capaci di preparare professionalmente: i giovani e non giovani conoscono il grande esodo verso la capitale per accedere agli studi superiori e all’università e/o in cerca di lavoro; esodo dunque di giovani e di adulti e, spesso anche di bimbi trovando, alla capitale, scuole con migliore preparazione. Un problema che è al tempo stesso una risposta alla povertà è l’emigrazione verso gli Stati Uniti. Questo fenomeno è complesso e influenza la realtà familiare e sociale, perché porta le persone alla separazione temporanea o permanente dai propri cari, il contatto con altre esperienze culturali, con i nuovi valori e stili di vita. Petén è, anche un importante, nodo di transito di molti migranti provenienti da tutto il Centro America.

San Benito, soprattutto nei quartieri limitrofi è abitato da un ceto molto povero, anche se relativamente migliore del resto della regione dominata dalla selva.

Non ci sono risorse di lavoro al di fuori dell’agricoltura, praticata con mezzi primitivi e il commercio spicciolo di caramelle e biscottini, di abiti usati, di qualche prodotto dell’artigianato locale come dolci di succo di canna da zucchero, o cappelli in paglia, corde, amache; prodotti locali come frutta (arance, manghi secondo la stagione), banane, patate dolci o legumi.

Da contraltare a questa realtà molto povera è la vicina città di Flores, che rappresenta un importante centro turistico della zona, servito da un aeroporto collegato con la capitale. L’escalation di violenza ha fatto diminuire sensibilmente il numero di visitanti e ha portato a chiudere le linee che collegavano l’aeroporto con il Mexico e gli altri stati del Centro America; e la città di Santa Elena, che rappresenta un polo commerciale ricco e florido.

La Parrocchia di San Benito conta 60.000 abitanti e 27 quartieri. In ognuno dei quartieri è presente una comunità locale organizzata che svolge le attività all’interno del quartiere.

Opera nella regione più pericolosa di tutto il Guatemala, riconosciuta come quella con la più alta incidenza di morti per omicidio ed è in una zona molto povera e per questo non possiede grandi risorse.

La parrocchia è presente nel tessuto sociale del territorio attraverso 9 cappelle che sono il punto di riferimento per le varie comunità locali dei quartieri adiacenti. La parrocchia si occupa anche di tre villaggi con popolazione indigena (quetchi) a circa dodici km fuori della città.

Dal 2011, il Vicariato Apostolico di Petén ha richiesto alla Congregazione salesiana una presenza sul territorio, per divenire un punto di riferimento per i molti adolescenti e giovani abbandonati a se stessi.

La parrocchia vuole offrire un luogo per poter svolgere attività culturali, ricreative e di crescita spirituale ed umana, che consenta a tanti di loro di trovare una via alternativa alla strada. In maniera tale che questi giovani, a loro volta divengano un riferimento, in qualità di animatori o educatori di riferimento, per gli altri giovani presenti nelle varie comunità locali.

La popolazione giovanile di Petén è di 136, 645 giovani tra i 15 e 25 anni, e rappresentano il 21,41% della popolazione totale che è di 638,296 come previsto dai dati INE.

Non esistono luoghi di aggregazione per i giovani in tutto il Petén. I ragazzi hanno bisogno di uno spazio.

I “Barrios” (quartieri) della periferia di San Benito da sempre sono caratterizzati dalla carenza di servizi per le fasce più deboli, in particolare per quella dei giovani. Spesso, per la carenza, di luoghi di aggregazione e di socializzazione adeguati, molti di loro decidono di “eleggere” la strada come luogo in grado di fornire la risposta più adeguata al loro bisogno di ascolto e di valorizzazione delle proprie risorse. Con la conseguenza di divenire in breve manodopera per il traffico della droga, che garantisce entrate sicure e rapide. Questa scelta risulta essere rafforzata dalla mancanza di punti di riferimento adulti, che li sostengano e li guidino nelle difficoltà della crescita e dell’inserimento nel mondo adulto.

Fino al 1960, Petén ha avuto alti tassi di alfabetizzazione relative ad altri servizi, ma questo risultato relativo è diminuito da allora. Quando viene confrontato con altri dipartimenti del Guatemala è considerato che i livelli di istruzione di Petén sono spesso associati con alti tassi di immigrazione negli ultimi 50 anni. Circa un terzo (34,6%) della popolazione non è mai stata a scuola prima, un dato che è assai elevato, ma che comunque è migliorato negli ultimi dieci anni. Nel 1999, il 45,1% della popolazione non aveva mai frequentato la scuola.

Nel 1999, solo il 31% degli immigrati indiani aveva istruzione primaria; nel 2009, ha rilevato che il 43,5% degli immigrati indigeni hanno un livello di istruzione primaria. Gli immigrati di origine ladina sono aumentati, dal 45,2% al 51,6%, questo ha permesso di mandare un maggior numero di bambini alla scuola. L’analfabetismo, peró, è ancora un problema molto grave. La popolazione analfabeta nel 2011 sotto i 15 anni é stata il 13,17%.

L’essere respinti in matematica sta raggiungendo quasi la quota del 90% e il 70% in lettura, secondo le statistiche elaborate dalle “Imprenditori per l’Educazione” del sistema integrato di informazione sociale, Business Objects, USAID e il Ministero delle Finanze e le statistiche del Ministero dell’Educazione. Dei bambini che iniziano la scuola primaria nella prima elementare, solo il 60% finiscono il sesto grado (le nostre elementari) e solo il 39% finisce all’età giusta. Nelle scuole elementari, la media di studenti che abbandonano ogni anno é del 7,71%, in aggiunta al 14,86% che viene sistematicamente bocciata. La percentuale di chi viene bocciato ogni anno è molto elevata, solo nella prima elementare, nel 2012 è stata del 24,3%.

I maestri e i professori delle scuole presenti nel territorio non sono all’altezza di fornire un’educazione di qualitá e soprattutto non sono in grado di seguire i ragazzi piú problematici, che vengono sistematicamente abbandonati. La scuola, inoltre, tende ad escludere i poveri. I maestri danno compiti a casa, che richiedono l’accesso a internet e/o l’uso del computer, rendendo praticamente impossibile per i poveri superare l’anno.

Un altro problema, è la disoccupazione. L’agricoltura è l’unica fonte di reddito per circa il 45% delle famiglie in Petén. Molte famiglie in aree classificate come urbane sono anche coinvolti in agricoltura o allevamento, ma hanno anche una maggiore percentuale di posti di lavoro professionali e imprese. Diventa urgente creare possibilitá lavorative.

In San Benito, si sta sviluppando molto l’ambito del turismo e della comunicazione sociale (Tikal é vicina ed é un luogo con molto turismo proveniente dagli stati uniti d’america. Flores é localitá turística che li ospita), con molte nuove tipografie. Potrebbe diventare una grande opportunitá, preparare ragazzi e giovani con corsi di formazione professionale, in questo ambito.

Prima che poveri materialmente, la gente di San Benito è povera culturalmente e questo provoca una serie di problemi connessi, che intensificano la povertà materiale e impedisce un qualsiasi miglioramento della situazione. La necessità di una formazione scolastica e di una preparazione culturale diventa un elemento fondamentale per superare il problema della violenza che attanaglia San Benito e per offrire possibilità lavorative alternative alla strada e al narcotraffico o al divenire sicario a pagamento (Per avere un dato della diffusione del fenomeno del sicariato nella zona: per eseguire un omicidio si pagano 100 quetzal, ossia meno di 10 Euro). La cultura diventa in zone così, l’unico mezzo efficace di risoluzione dei problemi che la povertà provoca. La povertà culturale non permette di vedere altre opzioni che quelle del risolvere la situazione immediata.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

Il progetto ha quindi ritenuto opportuno sviluppare ed ampliare le attività di cultura organizzati dalla parrocchia:

  1. Acquisto di libri per una piccola biblioteca per le elementari, medie e superiori.
  2. Acquisto di alcuni computer per permettere l’accesso a internet, per poter realizzare i lavori a casa.
  3. Acquisto di materiale di cancelleria e vario per il recupero scolastico.
  4. Acquisto di materiale per un corso di comunicazione sociale per ragazzi delle superiori e giovani universitari.

Tutti i materiali sono stati messi a disposizione dei giovani della parrocchia al fine di consentire di poter avere strumenti alternativi alla strada e alla droga.

Le attività si sono svolte prevalentemente negli ambienti a disposizione della parrocchia, che è presente nel territorio attraverso 9 chiese, ognuna delle quali disponi di spazi per giocare e locali al chiuso, ed hanno visto la partecipazione dei ragazzi dei villaggi affidati alla cura pastorale della parrocchia.

Per lo svolgimento delle attività esterne con i ragazzi, sono stati coinvolti i responsabili e alcuni membri delle varie comunità locali e vari responsabili che hanno organizzato le attività per i ragazzi, e che hanno affiancato la comunità salesiana nel suo lavoro educativo e preventivo.

I destinatari dell’utilizzo del materiale acquistato sono stati tutti i ragazzi delle scuole della parrocchia con le quali abbiamo un progetto di rete per il recupero scolastico.

Il progetto realizzato ha avuto come finalità quella di favorire attività di formazione e crescita dei giovani della parrocchia, in modo da consentire ai ragazzi destinatari di tali attività la possibilità di potersi confrontare con modelli di vita sani e positivi, sotto la guida di adulti che divengano il loro punto di riferimento.

Per questo si è costituito:

  • un doposcuola per il recupero scolastico dei bambini e dei ragazzi che lo necessitano
  • un corso di comunicazione sociale per i giovani oratoriani
  • una biblioteca pubblica multimediale con computer in rete ed accesso ad internet dove i ragazzi possano studiare liberamente ed essere assistiti da persone adulte e fare i propri compiti e ricerche a casa.
Marta Rossi